Aumentato rischio di infarto miocardico con l’impiego prolungato di farmaci antinfiammatori non-steroidei


Da una meta-analisi, pubblicata su The Lancet, è emerso che l'impiego prolungato di alcuni antidolorifici, appartenenti alla classe dei FANS ( farmaci antinfiammatori non-steroidei ), è associato a un aumento del rischio di eventi vascolari quali infarto miocardico, ictus e mortalità per eventi cardiovascolari.

Pertanto, la scelta dell'antidolorifico deve avvenire in maniera appropriata, soprattutto se il paziente è già a rischio cardiovascolare, informandolo circa i potenziali rischi associati a questi farmaci.

Alcuni principi attivi correlati a rischio cardiovascolare sono il Diclofenac e l'Ibuprofene, mentre il Naprossene non appare aumentare tale rischio.

Inoltre, lo studio ha confermato la più alta probabilità di infarto miocardico per i soggetti che assumono gli inibitori selettivi COX-2, quali Celecoxib ed Etoricoxib.

L’analisi è stata compiuta sui dati di oltre 600 studi clinici. I risultati relativi ai singoli pazienti sono stati analizzati al fine di prevedere l'entità degli effetti avversi dei vari FANS in particolari tipi di pazienti, in cura con alte dosi e per un tempo prolungato.
Per questo tipo di pazienti è emerso un rischio più elevato di complicanze vascolari, soprattutto a livello cardiaco. Si stima che per ogni 1000 soggetti trattati in questo modo si verificano tre infarti in più ( che non si verificherebbero se i soggetti non assumessero i FANS ); in un caso l’esito è stato fatale. ( Xagena )

Fonte: AIFA, 2013

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