Gravidanza e allattamento: terapia contro i disturbi psichiatrici


Ansia

È uno dei motivi più frequenti che portano all’assunzione di un farmaco durante la gravidanza.

Gravidanza: è meglio limitare l’uso delle Benzodiazepine per terapie occasionali o di breve durata perché si è visto che possono causare un aumento del rischio di labio-palatoschisi; inoltre se assunte verso la fine della gravidanza possono dare sindrome di astinenza neonatale.
Le Benzodiazepine per cui esistono maggiori dati sulla sicurezza di impiego sono l’Alprazolam e il Lorazepam

Allattamento: le terapie di breve durata non sono controindicate, terapie più lunghe però possono dare sedazione e sindrome di astinenza neonatale.
Per le terapie durature è meglio utilizzare bBenzodiazepine con emivita breve/intermedia come Triazolam, Etizolam, Lorazepam,ecc.

Depressione:
Gravidanza: gli antidepressivi inibitori selettivi della captazione della serotonina non danno effetti teratogeni nel feto e non causano effetti a lungo termine ( differenze nel quoziente intellettivo, differenze nello sviluppo del linguaggio, ecc ).
Particolare attenzione deve essere solo rivolta al termine della gravidanza in quanto possono essere causa di sindrome da astinenza neonatale ed è quindi consigliabile sospendere la terapia le ultime 2-3 settimane prima del parto.

Il Litio richiede invece particolare attenzione nel suo utilizzo in quanto può essere responsabile di malformazioni cardiache nel 10% dei casi.
L’assunzione nelle ultime settimane di gravidanza può causare effetti indesiderati nel neonato: ipotiroidismo, cianosi, ipotonia, bradicardia, aritmie.

Allattamento: l’antidepressivo che viene escreto in minor quantità ( circa l’1% ) è la Sertralina, si è comunque visto che anche la Paroxetina e la Fluvoxamina vengono escrete in basse quantità rappresentando una possibile alternativa.

È preferibile evitare l’impiego della Fluoxetina ( passa in maggiori quantità ed ha una lunga emivita ) e del Citalopram.

La terapia con Litio è sconsigliata per la notevole escrezione nel latte materno; possibili alternative al litio sono l’Acido valproico e la Carbamazepina ).

Psicosi

Rappresentano le patologie psichiatriche con meno informazioni sulla sicurezza dei trattamenti durante la gravidanza e l’allattamento.

Gravidanza: nessun rischio teratogeno è stato riscontrato a seguito dell’ uso delle Fenotiazine ( Clorpromazina, Proclorperazina ). I dati riguardanti altri psicotici in gravidanza sono limitati, pertanto è sconsigliabile il loro uso in gravidanza.

Allattamento: Clorpromazina e Aloperidolo sono escreti in quantità molto basse ( 1-2% ); il loro utilizzo può avvenire senza causare nella maggior parte dei casi effetti indesiderati.
È stato segnalato un caso di sedazione in un neonato allattato da madre in terapia con antipsicotici. Il loro impiego deve essere quindi sempre monitorato valutando un eventuale stato di sedazione nel lattante. ( Xagena_2010 )

Gyne2010