Emorragia intracerebrale: le statine non sono raccomandate


Il trattamento con le statine ( anche note come inibitori della HMG-CoA reduttasi ) dopo ictus emorragico potrebbe aumentare il rischio di recidiva emorragica.

La terapia con statine riduce il rischio di malattia cardiaca e di ictus ischemico, ma l’effetto nei pazienti colpiti da ictus emorragico non è stato ben definito.

Utilizzando i dati ricavati da due studi clinici, è stato riscontrato che i pazienti che avevano già sofferto di ictus emorragico presentavano un rischio pari al 22% di soffrire di un secondo ictus dopo trattamento con statine, rispetto a un rischio pari al 14% delle persone non trattate con questi farmaci.

Il rischio di recidiva di ictus è risultato particolarmente elevato nei pazienti che avevano sofferto di emorragia cerebrale lobare; per questi pazienti il rischio di assumere una statina era superiore a qualsiasi beneficio apportato dal farmaco.

Per i pazienti nei quali l'emorragia si è verificata nella parte più profonda del cervello, il rapporto rischio-beneficio delle statine è invece risultato più bilanciato.

E’ stato anche osservato che nei pazienti sopravvissuti a un ictus emorragico, e che non presentavano precedenti eventi cardiovascolari, l’assenza di assunzione di statine consentirebbe un guadagno di 2.2 anni di vita aggiustata per la qualità ( QALY ).

Dallo studio è emerso che, nei pazienti con emorragia intracerebrale, i rischi associati alla terapia con statine possono essere superiori rispetto ai potenziali benefici.
Il meccanismo mediante il quale le statine possono aumentare il rischio di ictus emorragico non è noto. ( Xagena )

Fonte: Archives of Neurology, 2011

XagenaHeadlines2011