Sifilide, patologia fetale e della gravidanza


La sifilide ( anche detta lue ) è un’infezione causata dal batterio Treponema pallidum; può essere trasmessa al feto sia durante la gravidanza, sia in periodo perinatale, con conseguenze molto gravi.

Si pensa che la trasmissione materno-fetale, nelle forme non trattate, persista oltre la fase di trasmissibilità venerea, ossia 2 anni, fino a 8 anni dal contagio sessuale.

Nel corso della gravidanza la diagnosi di infezione viene effettuata attraverso l’isolamento di Treponema dal sangue fetale e dal liquido amniotico; dopo il parto si effettua con un esame istologico della placenta e del funicolo.

La gravità della sifilide è direttamente proporzionale al tempo trascorso dal contagio materno, per cui l’infezione contratta nella prima metà della gravidanza darà luogo ad una forma più severa rispetto a quella conseguente ad infezione materna più tardiva.

In caso di sifilide latente, sia la donna che il neonato al momento del parto possono risultare asintomatici; a distanza di tempo, però, si può presentare la patologia con manifestazioni cliniche tardive.

Treponema pallidum può infettare il feto in qualsiasi momento della gravidanza e determinare:
aborto precoce, non è dimostrata con certezza l’impermeabilità dello strato deciduo-placentare al Treponema nelle prime 16-18 settimane;

aborto tardivo e morte endouterina del feto, con lesioni diffuse a diversi organi, macerazione e idrope;

morte neonatale.

Nella sifilide connatale precoce o tardiva, alcune delle lesioni presenti possono guarire lasciando esiti permanenti definiti stimmate luetiche ( naso a sella e denti di Hutchinson ).

Il programma di prevenzione prevede esami sierologici nel primo trimestre in tutte le gestanti, mentre nelle donne a rischio alla 28a-32a settimana e al momento del parto.

Il trattamento prevede la somministrazione di Penicillina; tuttavia, per evitare possibili reazioni allergiche, sarebbe opportuno testare prima il farmaco sulla paziente. ( Xagena_2010 )

Gyne2010