Un farmaco ritenuto teratogeno non necessariamente può causare malformazioni in tutti i feti esposti in utero.
Tra i fattori che possono determinare l’effetto di un farmaco sul prodotto del concepimento, i principali, oltre alle caratteristiche del farmaco stesso, sono la dose, la durata della terapia ed il periodo in cui il farmaco è assunto.
Dose: per molti dei medicinali in grado di interferire con il normale sviluppo del feto sembra esistere una dose-dipendenza.
Per alcuni medicinali sembra esserci una soglia al di sotto della quale non compaiono effetti sul feto ( esempio la vitamina A nelle dosi raccomandate non è teratogena, l’aspirina a basse dosi non induce la chiusura del dotto di Botallo ).
Durata della terapia: l’assunzione occasionale di un farmaco raramente è in grado di causare malformazioni o danni funzionali. Maggiore è la durata all’esposizione al farmaco e più elevato è il rischio di comparsa di malformazioni o di altri effetti avversi sullo sviluppo fetale.
Periodo gestazionale: a seconda del periodo di gravidanza in cui il farmaco viene assunto ci possono essere effetti diversi:
Periodo preconcezionale: alcuni farmaci possono alterare il corredo cromosomico della linea germinale maschile e femminile. La loro assunzione prima del concepimento può portare ad un aumento del rischio di malformazioni, ad esempio l’Etretinato ( un derivato della vitamina A ).
In alcuni casi però l’assunzione di farmaci prima del concepimento è in grado di ridurre il rischio di comparsa di malformazioni; è il caso dell’Acido Folico che va a contrastare malformazioni a carico del tubo neurale.
Periodo di concepimento-impianto: i primi 21 giorni dal concepimento rappresentano il periodo in cui l’effetto del farmaco è definito tutto o nulla. In questo periodo, infatti, il farmaco o causa un aborto spontaneo oppure la gravidanza procede normalmente.
Periodo dell’organogenesi ( 3ª-8ª settimana di gravidanza ): rappresenta il periodo di maggiore sensibilità per eventuali malformazioni.
Periodo dello sviluppo fetale ( 2°-3° trimestre ): in questo periodo caratterizzato dal termine dell’organogenesi gli effetti deleteri dei farmaci sono riconducibili a difetti funzionali, rallentamento della crescita intrauterina, rischio di aborto spontaneo/morte fetale.
Travaglio e parto: alcuni farmaci possono aumentare o ridurre la contrattilità uterina e sono perciò in grado di allungare o diminuire la durata del travaglio; altri farmaci, se assunti in prossimità del parto, possono causare effetti indesiderati nel neonato, dovuti alla loro sospensione ( sindrome da astinenza neonatale ) oppure alla loro azione ( bradicardia dovuta a beta-bloccanti ). ( Xagena_2010 )
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