Malattie oculari: scoperti i meccanismi di interazione tra i fotorecettori della retina


Uno studio di ricercatori dell'Università di Pisa apre la strada alla cura di malattie come la retinite pigmentosa, gettando una nuova luce sulla interazione tra coni e bastoncelli, ossia i fotorecettori della retina che servono per la visione diurna e notturna.

La ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista eLife, è stata realizzata da Sabrina Asteriti e Lorenzo Cangiano, del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, in collaborazione con Claudia Gargini del Dipartimento di Farmacia.

I ricercatori hanno dimostrato che i piccoli pori che mettono in comunicazione diretta i bastoncelli e i coni determinano anche un trasferimento di funzionalità fra questi due tipi di cellule.

I bastoncelli ed i coni sono due tipi di cellule fotosensibili che consentono di vedere in condizioni di luce molto diverse, dal sole di mezzogiorno al buio della notte.
Nello specifico, i bastoncelli rispondono a luci deboli consentendo solo una visione in scala di grigi, i coni, invece, per funzionare hanno bisogno di una luce più intensa e ci permettono di distinguere i colori.

Benché si sapesse già che i pori possono aprirsi o chiudersi al variare della luce ambientale, del ritmo sonno-veglia e di altri segnali biochimici, la loro importanza per la visione sinora non era ancora nota.
Lo studio, oltre ad aprire la strada per nuove cure, può aiutare a spiegare anche alcuni meccanismi del tutto naturali, come la capacità di vedere in condizioni di luce intermedia, come ad esempio al crepuscolo. ( Xagena_2014 )

Fonte: Università di Pisa, 2014

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