Infezione da virus varicella-zoster del feto e dei suoi annessi


Il virus varicella-zoster appartiene alla famiglia degli Herpesviridae. Questo virus può essere determinante nell’insorgenza di due diverse malattie, la varicella e l’herpes.

Entrambe le infezioni in forma primaria in corso di gravidanza sono molto rare, anche se ultimamente è stato osservato un aumento dei casi di varicella nell’adulto.

Dopo un periodo di incubazione di 10-20 giorni circa, la varicella esordisce con rash cutaneo e malessere generale, che si aggrava col passare del tempo; nei 2-3 giorni successivi compaiono febbre alta ed eruzione di vescicole crostose su tutta la superficie corporea, senza escludere le mucose, comprese quelle vaginali.

I soggetti immunodepressi presentano lesioni più numerose, complicate da irruzione batterica, ad evoluzione più lenta, con possibili complicanze viscerali.

Nel caso l’infezione fosse contratta entro la 20a settimana di gravidanza, possono insorgere malformazioni fetali, che comprendono:

atrofia corticale;
dita rudimentali;
ipoplasia degli arti;
atrofia muscolare;
disfunzione sfinterica;

Si parla di varicella neonatale quando l’infezione viene contratta da 5 giorni prima del parto alle 48 ore successive, e data l’immaturità del sistema immunitario fetale si tratta di un’infezione grave con tasso di mortalità che può arrivare anche al 30%.

La diagnosi viene effettuata attraverso esame ecografico, che comunque risulta poco significativo, altrimenti con amniocentesi con ricerca del genoma virale attraverso la tecnica PCR.
La profilassi prevede la somministrazione di immuno-globuline entro 70-90 ore dall’esposizione, mentre la vaccinazione con virus vivo attenuato, efficace negli adulti e nei bambini, è controindicata in gravidanza. ( Xagena_2010 )

Gyne2010