Fattori ambientali e malattia cardiovascolare


L’obiettivo di una ricerca, eseguita presso il Karolinska Institutet è stato quello di valutare il ruolo di alcuni fattori ambientali nell’eziologia della malattia cardiovascolare, espressa come ipertensione ed infarto miocardico.

Sono stati valutati gli effetti del rumore aeroportuale, il fumo di tabacco ambientale, la durezza dell’acqua da bere, e l’inquinamento atmosferico ambientale.

L’esposizione al rumore aeroportuale al di sopra dei 55 dBa ( decibel ponderato alle frequenze dell’udito umano ) era associato ad un odds ratio ( OD ) per l’ipertensione di 1,59, mentre ad un rumore aeroportuale superiore ai 72 dBA corrispondeva un rischio di 1,76.
Questi dati starebbero ad indicare l’esistenza di una relazione dose risposta tra rumore aeroportuale ed ipertensione.

L’esposizione al fumo di tabacco ambientale, a casa o al lavoro, è risultata associata ad un aumentato rischio di infarto miocardico non-fatale tra i non fumatori.
E’ stata osservata una relazione tra rischio di infarto miocardico ed intensità, durata dell’esposizione e dose cumulativa di fumo inalato.
Ad esempio, l’esposizione a fumo passivo di 20 o più sigarette al giorno era associata ad un odds ratio di 1,58.

Un aumento dell’assunzione giornaliera di magnesio nell’acqua da bere è risultato associato ad un odds ratio per infarto miocardico di 1,01.

Un aumento del rischio di infarto miocardico fatale è stato invece osservato con l’esposizione per lungo periodo all’inquinamento atmosferico.
Una differenza nell’esposizione al biossido di azoto ( NO2 ) generato dal traffico per 30 anni, di 30 microg/m3 è risultata associata ad un odds ratio di infarto miocardico fatale di 1,51 e di 2,17 per la mortalità extra-ospedaliera.

I risultati di questo studio indicano che l’esposizione al rumore aeroportuale può essere associata ad un aumento dell’incidenza di ipertensione, mentre l’inquinamento atmosferico all’infarto miocardico fatale.

Fonte: Karolinska Institutet, 2005

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