Ritalin: rischio cerebrovascolare, cardiovascolare, ed effetti sull’accrescimento corporeo


Il Metilfenidato ( Ritalin ) è un farmaco simile alle anfetamine, che trova indicazione nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività ( ADHD ) nei bambini dai 6 anni di età in su.

Il farmaco non è scevro da effetti indesiderati, anche gravi.

Rischio cardiovascolare - I principali eventi cardiovascolari segnalati durante terapia con Metilfenidato si riferiscono ad episodi di ipertensione, aumento della frequenza cardiaca o aritmia ( soprattutto tachicardia ), e prolungamento del tratto QT.
E’stato inoltre rilevato un chiaro segnale dell’esistenza di una relazione di causa-effetto tra uso di Metilfenidato e il fenomeno di Raynaud.

Rischio cerebrovascolare - Nel corso degli studi clinici, l’emicrania è stato l’evento cerebrovascolare con un tasso di incidenza più elevato nel gruppo trattato con Metilfenidato rispetto al gruppo placebo.
Dai dati spontanei di post-marketing è emerso che le segnalazioni di eventi cerebrovascolari riguardavano principalmente: accidente cerebrovascolare, ictus, infarto cerebrale e ischemia cerebrale nonché un numero limitato di altri eventi. Erano presenti casi, non influenzati da valori confondenti e senza disordini cerebrovascolari di base pregressi, di infarto cerebrale e occlusione arteriosa cerebrale, occlusione dell’emisfero cerebrale destro ed evento ischemico cerebrale.

Rischio psichiatrico - Gli eventi avversi a livello psichiatrico di particolare interesse correlati al Metilfenidato e segnalati negli studi clinici comprendono aggressività, comportamento violento, psicosi, forme maniacali, irritabilità e suicidarietà.
Gli eventi avversi di carattere psichiatrico emersi più frequentemente nelle segnalazioni spontanee sono comportamento anormale, alterazione del pensiero, rabbia, ostilità, aggressività, agitazione, tic, irritabilità, ansia, pianto, depressione, sonnolenza, ADHD aggravata, iperattività psicomotoria, disordine emotivo, nervosismo, disordine psicotico, variazioni dell’umore, pensieri morbosi, disturbo ossessivo-compulsivo, cambiamento/disturbo della personalità, irrequietezza, stato confusionale, allucinazioni, letargia, paranoia e suicidarietà.
La letteratura scientifica ha mostrato, inoltre, che il Metilfenidato possa esacerbare i disturbi psichiatrici nei pazienti con ADHD.

Effetti sulla crescita - Negli studi pre-clinici sono emerse alcune prove di un effetto del Metilfenidato su alcuni parametri della crescita, sulla maturazione sessuale e sugli ormoni collegati nonché sulla tossicità per lo sviluppo.
Ad oggi rimane non chiaro l’esatto meccanismo causale degli effetti del Metilfenidato sulla crescita. ( Xagena_2009 )

Fonte: AIFA, 2009